ENGLISH:
Today I want to talk about a serious topic. I believe it needs to have a big impact/ repercussion so I will try to write this in English, Spanish and Italian.
This week in Spain have appeared some News about another multiple rape that happened last summer in Alicante, Valencia. One of many others that came to light the last year. The worst thing was that the victim and the 4 RAPISTS were underage. The most surprising fact was that the rapists were extremely convinced that they didn’t do anything wrong. Also, they were not conscious of having committed a crime. Neither of the fact that corralling a 15-year-old girl between 4 people is WRONG and is RAPE. There is a clear problem with the normalization in front of situations like this. And this is NOT a contemporary problem, it is an historic problem. Some men only associate the word rape to situations where blood, violence or when the victim died or almost died is present. This is the defense mechanism used by them to sleep better at night: It was nothing, it was a game, it wasn’t that much, she didn’t say anything, rape is a strong word, it wasn’t like this…. There are so many women with personal histories about intimidation, aggression or rape and just a few men than recognize themselves as aggressors. It’s not a coincidence, there’s not only 5 crazies that rape the 30% of the half of the population. It is an ESTRUCTURAL, GLOBAL, SOCIAL, HISTORIC, INTERGENERATIONAL, POLITIC, CULTURAL problem that must be over. The next problem is the silence. The women got used to feel guilty and blame themselves for the sexist education that we have gotten. The worst part is that we’re still feeling guilty and blaming ourselves for these things we don’t have control of. And also, for the fear of incomprehension, thinking about what the others will say or what will happen afterwards. This silence produces the normalization of this sexist behavior of these men, because they don’t have consequences. And when I say this behavior, I’m not only talking about rape, which it is the final stage of sexism and impunity, I talk about sexual harassment, intimidation and a “simple” touching of ass or boobs without consent. ALL of this is part of the PROBLEM. THE PROBLEM OF THE NORMALIZATION. That man who feels that have the power, the right and the impunity to touch your boobs without your permission it’s NOT playing, it’s NOT a joke, IT’S NOT NORMAL. NO ONE should normalize this. The first step to be done against this issue is, for me, to do that these despicable situations get associated with a fucking social condemn. The whole society has to see that these attitudes are despicable and don’t ignore them. The man has to think twice before doing something like that, not for respect for the other person involved (who we are, the women) but to avoid the consequences of becoming a fucking social outcast. Step by step we are walking towards the conviction of this situation. Step by step. Slow, slower than we would like. BUT UNSTOPPABLE. Some underage boys raped a girl and the thing that surprised most of the people is their clear conviction that they were not doing anything wrong. Well, it’s not a surprise to me. This is the consequence of the power mechanisms that this sexist society has exercised for years over women. They are sons of the raping culture. These are elements of the society that have ALWAYS existed.
Now we see them for a simple reason: The courage of women to raise their voices. Because we are tired, because we don’t want to keep normalizing this continuous degradation of our bodies and our being, because we don’t want to continue contributing to the impunity that the male gender has been living in the whole history of humanity.
ITALIANO
Oggi vorrei parlare di una questione che dovrebbe venire considerata di massima diffusione, per quel motivo questo articolo verrà scritto in tre lingue. Questa settimana, nella Spagna, è uscita la notizia di uno stupro multiplo che ebbe luogo l’estate scorsa ad Alicante, città vicina a València. Purtroppo non è l’unica che troviamo in quest’ultimo anno. Il punto più grave di questa notizia in particolare è il fatto che tutti i 4 stupratori erano minorenni. Ma la notizia ci rende ancora più stupiti quando i soggetti dell’azione sono convinti di non aver fatto niente cattivo, con assoluta ignoranza del reato commesso, ovvero che prendere una ragazza di 15 anni fra 4 uomini e fare delle cose senza il suo consentimento sia una cattiva intenzione, sia un abuso sessuale, sia uno stupro. C’è una situazione di normalizzazione di questi fatti che diventa grandissimo problema. Non è manco un problema attuale, è un problema storico. Esiste, fra una grande parte della popolazione maschile, l’idea che uno stupro diviene solo quando c’è del sangue, violenza, oppure -addirittura!- l’assassinio della vittima, ed è quel argomento che si usa per giustificare delle altre azioni, degli altri fatti che non entrano in questa sfera macabra: Non c’è stato niente, era solo un gioco, lei non disse niente , chiamare a quello ‘stupro’ è troppo esagerato… Ce ne sono tante le donne che possono essere riconosciute dentro una situazione personale sopportata d’intimidazione, abusi, aggressione oppure stupro e, invece, ce ne sono ben pochi gli uomini che vengono riconosciuti come aggressori. Purtroppo non parliamo di casi isolati, parliamo di un problema STRUTTURALE, GLOBALE, SOCIALE, STORICO, INTERGENERAZIONALE,
POLITICO, CULTURALE che deve finire. Nondimeno, troviamo un fattore aggiunto: il silenzio. Le donne tendiamo ed abbiamo teso al lungo della storia a prendere responsabilità e persino colparci noi stesse a causa dell’educazione maschilista che riceviamo. Altrimenti si può aggiungere a questa responabilità, a questa colpa, la paura ad essere incomprese, a ciò che possano dire di noi o, ad esempio, a quello che possa succedere dopo parlare. La normalizzazione dagli uomini di assumere queste condotte è prodotto di questo silenzio ed anche della manca di conseguenze. Sebbene, non parliamo solamente di stupro per quanto riguarda al ‘problema’. Parliamo anche di aggressione sessuale, intimidazione, addirittura fatti come toccare il sedere o le tette di una donna senza il suo permesso, senza il suo consenso. Alla fine diventa tutto un insieme, che sarebbe la NORMALIZZAZIONE. NON è gioco, NON è uno scherzetto quando un uomo si sente con il diritto e l’impunità sufficenti per toccare il seno di una donna senza che essa consenta, NON È UNA CONDOTTA NORMALE, NON DEVE ESSERCI, NON DOVREBBE ESISTERE. Manco la normalizzazione di questo atteggiamento di bocca di nessuno. Secondo me, la prima azione a svolgere contro questo problema sarebbe mettere in relazione, associare questi fatti ad una condanna sociale. Ovvero, che la società possa vedere disprezzabili quei tipi di atteggiamenti e che, diffatto, se ne renda conto e non dimentichi la cattività, la malegnità di essi. Più che altro sarebbe un fatto di rimprovero verso una gran parte -purtroppo- del sesso masculino che va più in là del rispetto verso il sesso opposto, bensì per evitare anche che divenga, l’uomo, una bestia cattiva, da ingabbiare come un animale selvaggio. Ironicamente un animale selvaggio viene ingabbiato come un fatto cattivo che gli toglie la libertà, mentre che qua sarebbe ingabbiare un essere ‘libero’ -lasciamo il discorso della Libertà per altro momento- che con il suo essercizio di essa piomba sulla Libertà più viva dell’altra, che diviene prodotto, merce, moneta. Piano piano camminiamo verso il raggiungimento di queste situazioni di condanna sociale. Lentamente. Ma man mano che andiamo -più piano di quello che vorremmo, però- siamo e saremo INARRESTABILI, IRREFRENABILI. FORTISSIME, insomma. Quello che colpisce di più di questa notizia in particolare è la convinzione che assumono questi ragazzini di non aver fatto niente di cattivo. Nonostante, a me, non colpisce nulla di tutto questo. Sono sempre le medesime conseguenze che subiscono le donne sin dai primi tempi prodotti dai meccanismi di potere di una società ammalata di maschilismo, sbagliata. Alla fine parliamo di cultura dello stupro, di cui questi individui ne sono figli. Sono sempre esistiti, purtroppo, questi tipi di individui, ma ora possiamo riuscire a vederli e segnalarli -più o meno- per una grande e semplice ragione: Il coraggio delle donne a non aver paura e prendere la parola a viva voce. Poiché, insomma, siamo stufate, non vogliamo proseguire questo percorso di degradazione normalizzata verso i nostri corpi, verso il nostro essere, perché diciamo BASTA all’impunità di cui si è beneficiato il genere maschile nel corso di tuta la storia dell’umanità.
ESPAÑOL:
Hoy vengo a hablar de un tema serio y que considero de máxima difusión y es por eso que voy a escribir en los tres idiomas. Esta semana en España salió la noticia de otra violación múltiple durante el verano pasado en Alicante, Valencia. Otra de tantas que salieron a la luz este último año. Lo más grave del asunto es que tanto la víctima como los 4 VIOLADORES eran menores de edad. Lo que ha sorprendido más es el claro convencimiento de que no habían hecho nada malo y la nula consciencia de que habían cometido un delito o de que arrinconar entre 4 a una chica de 15 años está MAL yes VIOLACIÓN. Hay un claro problema de normalización ante hechos como éstos. Y NO es un problema actual, es un problema histórico. La asociación mental de ciertos hombres de que la violación solo es lo es cuando hay sangre, violencia o la victima muere o casi muere ha sido el mecanismo de defensa usado por éstos para poder dormir tranquilos por la noche: No fue nada, era un juego, tampoco fue para tanto, ella no dijo nada, violación es una palabra muy fuerte, no fue eso….. Tantas mujeres con historias personales de intimidación, agresión o violación y tan pocos hombres que puedan reconocerse como agresores. No es coincidencia, no son 5 locos que violan al 30% de la mitad de la población. Es un problema ESTRUCTURAL, GLOBAL, SOCIAL, HISTORICO, INTERGENERACIONAL, POLITICO, CULTURAL que se tiene que acabar. El siguiente problema es el problema del silencio. Las mujeres hemos tendido y tenemos a responsabilizarnos y a culparnos a nosotras mismas debido a la educación machistas que hemos y seguimos recibiendo. También por el miedo a la incomprensión, al que dirán o que pasará después de hablar. Este silencio produce la normalización por parte de los hombres de estas conductas a falta de consecuencias.
Y cuando me refiero a estas conductas no hablo solo de una violación, que vendría hacer la última etapa del machismo y la impunidad, hablo de la agresión sexual, la intimidación hasta un “mero” tocamiento de culo o de tetas sin consentimiento. TODO forma parte del PROBLEMA. EL PROBLEMA DE LA NORMALIZACIÓN. Que un hombre se crea con el poder, el derecho y la impunidad de tocarte las tetas sin consentimiento NO es juego, NO es una broma, NO ES NORMAL. NADIE lo tiene que normalizar. El primer paso a dar contra este problema es, para mí, conseguir que estos hechos despreciables vengan asociados a una puta condena social. Que el conjunto de la sociedad vea despreciable estas actitudes y no las pase por alto. Para que el hombre en cuestión se piense dos veces hacer algo por el estilo, ya no por respeto al prójimo que somos nosotras las mujeres, sino por evitar las consecuencias de convertirse en una puta paria social. Poco a poco vamos caminando hacía éstas situaciones de condena. Poco a poco. Lentas, más lentas de lo que nos gustaría. PERO IMPARABLES. Unos cuantos menores violan a una chica y lo que sorprende es su claro convencimiento de que no están haciendo nada malo. Pues a mí no me sorprende nada. Son las consecuencias de los mecanismos de poder que durante años ha ejercido esta sociedad machista a las mujeres. Son hijos de la cultura de la violación. Son elementos de la sociedad que SIEMPRE han estado y existido. Ahora los vemos por una simple razón: La valentía de las mujeres de alzar la voz. Porqué ya estamos cansadas, porqué no queremos seguir normalizando esta continua degradación hacía nuestros cuerpos y hacia nuestro ser, porqué no queremos continuar contribuyendo con la impunidad con la que el género masculino ha vivido durante toda la historia de la humanidad.
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Ailen
European volunteering in Matera 